domenica 6 luglio 2008

Progetto POHA

Come al solito i miei interventi sono alle ore più improbabili, ma spero lo stesso che possano essere utili agli utenti di questo blog...insomma navigando un po' sul web mi sono imbattuta in un bellissimo progetto riguardante anche in questo caso ragazzi disabili...ma non solo: si tratta del progetto "POHA", poesia ed handicap, un sito internet che raccoglie brevi racconti e tante emozioni di persone affette da vari tipi di disabilità motorie. Il sito, senza fini di lucro e creato a sua volta da portatori di handicap, si rivela un ottimo mezzo per dar voce a coloro ke a causa dell'opinione comune non hanno potuto farlo(a dimostrazione di quanto la comunicazione e l'espressività di queste persone sia stata largamente sottovalutata). Insomma un altro punto a favore delle risorse di internet non solo come utile mezzo per lo scambio di informazioni ma soprattutto come amplificatore di grandi tematiche sociali, nonchè mezzo di libera espressione per coloro che ne hanno più bisogno. Lascio quindi negli elementi da me condivisi alcune delle poesie del sito, ponendo però l'attenzione su una poesia dal titolo "Vorrei"...

Vorrei avere qualcuno che mi dicesse: ti voglio bene.
Vorrei che mi si accettasse come sono.
Vorrei che qualcuno mi stringesse forte forte nelle sue braccia.
Tutto questo mi farebbe sentire felice e importante.
La riflessione che mi sorge spontanea è una: non è quello che tutti noi vorremmo? Non è capitato almeno una volta nella vita,ad ognuno di noi, di sentirsi così? Io credo di si...generalmente quando amiamo non possiamo farne a meno, anche se l'altro non ci ricambia o se egli è innamorato di un "falso noi"...propio per questo vorremmo allora essere accettati per quello che siamo, pregi e difetti, senza inganni nè sotterfugi...solo essere accettati, quello basterebbe a renderci felici perchè come diceva Victor Hugo "La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, a dispetto di quello che si è". Mi domando allora dove sia la differenza, la diversità che separa un disabile da un comunemente definito "normale": la verità è che con tutti questi termini vogliamo creare delle categorie in cui incasellare quello che c'è di più "scomodo" dimenticando che facciamo tutti parte della più grande categoria di PERSONE e che a dire il vero siamo un po' tutti disabili nell'anima.
Sara

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